Questa scorsa settimana è iniziato il Grand Premio della formula 1. Mi piacciono moltissimo le macchine e sono soprattutto una grande tifosa della Scuderia Ferrari.
Di come Enzo Ferrari sia diventato una legenda lo sappiamo più o meno tutti, una storia di un grande uomo, ma ciò su cui oggi voglio soffermarmi a parlare sono gli stemmi e l’evoluzione dei nomi di queste macchine lussuose e non.
Enzo Ferrari cominciò ad usare l’immagine del Cavallino Rampante nel 1923, quando già faceva gare con l’Alfa Romeo. La contessa Paolina, un’amica di famiglia Ferrari e madre del famoso aviatore ed eroe militare, Francesco Barracca, propose ad Enzo di adottare il simbolo che il figlio aveva usato durante le sue missioni nella prima Guerra mondiale, come porta fortuna. Quando Ferrari fondò la sua casa produttrice di macchine fece suo “il cavallino rampante” apportandone alcune piccole modifiche. Cambiò la direzione della coda ora rivolta all’insù, il sottofondo, usando il giallo perché colore di Modena, e aggiunse la scritta classica S F che divenne il celebre simbolo e marchio di tutte le sue stratosferiche macchine.
Un’altra azienda di macchine storica in Italia è la Maserati. Questo incredibile marchio nacque a Bologna ma si trasferì poi in seguito a Modena. Il famoso simbolo del tridente Maserati è ispirato alla statua del Nettuno che si trova a Bologna, è un omaggio che la famiglia volle fare alla città, esso rappresenta simbolo di coraggio e forza.
Un altrettanto lussuosissima azienda che nacque a Bologna negli anni 1960 fu la Lamborghini. Ferruccio Lamborghini si fece strada con la costruzione di trattori già dopo la guerra, ma negli anni ’60 volle creare una macchina che potesse essere competitore della sfarzosa Ferrari. Nel 1963 Lamborghini debuttò con la 350 GTV. Ferruccio usò il toro come simbolo per i suoi bolidi perché era il suo segno zodiacale. Il toro disegnato in posizione di prontezza al combattimento e di aggressività sembrò essere il simbolo perfetto per la sfida contro il cavallino rampante.
Oggi la più parte delle macchine appartengono ad una manciata di grandi aziende. Il logo di una macchina si riduce spesso all’abbreviazione dell’azienda e non ci sono origini simboliche.
I nomi delle macchine non hanno più un nome tecnico di potenza (tranne che l’azienda BMW), ma hanno assunto un ruolo più di marketing mirato. Oggi infatti abbiamo una varietà interessante di nomi di macchine per attirare il piacere del compratore. Si usano nomi di cose o animali per attirare un pubblico più amante della natura, come Corolla e Sequoia (Toyota), Beetle (Volskwagen), Leaf (Nissan). Quando si sente parlare di una Discovery della Land Rover, oppure di un’Odyssey di Honda, Compass di Jeep viene quasi subito la voglia di partire per un’avventura. Alcune aziende puntano ai nomi di luoghi come: Malaga e Marbella (Seat), o Sorento (Kia, anche se manca la doppia R).
Un fatto che ci fa riflettere tra i nomi delle macchine: in questi tempi di attenzione al “political correct” e’ finita sotto accusa anche la Jeep Grand Cherokee che onora il nome di questa grande tribù d’America. La scelta di questo nome però non è stata vista di buon occhio dalle comunità native. La Stellantis sta dunque valutando un nuovo nome per questo modello che è stato protagonista delle strade per più di 50 anni dalla sua nascita. Nel frattempo che si decida un nuovo nome io rimango davanti alla tv e continuo a tifare per la rossa Ferrari!