Anche se non sappiamo con certezza quale sia la strada più antica al mondo, possiamo con facilità riconoscere ai romani la loro ingegneria per la complessa rete stradale che hanno creato nell’arco del loro lungo impero, e che arriva fino ai giorni d’oggi. La loro fu un’incredibile opera di ingegneria, con tanto di tombini, canaletti di scolo, e con grande maestria e continua manutenzione avevano ingegnato prevenzioni contro smottamenti, frane e neve. Si dice che ogni strada porta a Roma e ciò non è a caso, questa idea era stata studiata affinché potesse essere facile non solo per i militari ma per i commercianti e per le persone raggiungere la città da ogni angolo dell’impero. In realtà le strade non arrivavano a Roma ma bensì partivano dalla capitale e poi si ramificavano per ogni grande città. Le strade prendevano nomi della città che raggiungevano, da chi l’aveva costruita o dalla funzione che questa aveva. Il sostantivo di strada deriva proprio dai quattro strati di materiale che veniva adoperato per le costruzioni di queste. Il nome tecnico era “via strata”, oggi chiamata strada, mentre viae erano quelle che collegavano appunto Roma con altre città.
Non c’era parte dell’impero che non fosse raggiungibile da strade lastricate o in terra Battuta. Si misurano circa 100.000 km di strade (una rete che copre 6 volte il giro della terra). Dalla Scozia fino alle coste del Mar Rosso e dal Portogallo fino all’Arabia. Le pietre miliari segnalavano le distanze da Roma e un miglio romano corrispondeva a circa 1,480 km. La struttura della strada era veramente ingegnosa e dava la possibilità a due carri di passare e ai lati vi erano spesso due marciapiedi per i pedoni.
Ovviamente la strada fu una necessaria anche dopo la caduta dell’Impero Romano e questa idea si divulgò ovunque. Oggi in ogni parte del mondo esistono strade con lo stesso criterio che crearono I romani. La strada più lunga e più importante che comunque fu la prima ad avere questi concetti fu la via Appia che partiva da Roma e arrivava Brindisium (Brindisi).
Vorrei aggiungere nelle prossime due righe fatti sulla strada moderna, in particolare approfondire l’invenzione dei semafori. Questi partirono da un sistema inglese di luce per consentire il passaggio presso incroci, ma come li conosciamo noi oggi a tre luci furono inventati da un ingegnere di Detroit, William Potts, nell’ottobre del 1920.
Esattamente nell’inserzione tra Woodward e Michigan Ave.
In Italia il primo semaforo fece la sua prima comparsa a Milano nel 1925.
Un altro fatto interessante sull’evoluzione stradale sono i semafori pedonali. Questi infatti, sono apparsi nelle nostre strade nel 1959 e quelli a tre luci furono introdotti solo nel 1992. Nelle strade romane esistevano attraversamenti pedonali presso gli incroci primari, quindi si può sicuramente parlare di evoluzioni del sistema stradale concepito con grandi visioni già dagli antichi romani.
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