Durante questa ultima pandemia, nelle case italiane – e non – si è riscoperto l’amore per il pane fatto in casa. Il pane è sicuramente uno dei cibi a cui sono più legata. Anche Ippocrate già nell’antichità definiva il pane mitologia. Dalle mie parti il pane casareccio è più una poesia che un gusto. Sembra infatti che i cibi siano fatti per accompagnare il pane e non viceversa. Tra le tante forme di pane quella che ho più a cuore è la famosissima rosetta. Non posso pensare a nessun bambino che non sia affezionato a questa pagnottella dalla forma unica.
Simbolo di una ripresa economica popolare, la rosetta per Roma è una sorta di istituzione.
Mi è dispiaciuto molto apprendere che questo tradizionale pane di romano stia piano, piano scomparendo. Vuoi perché le persone hanno cambiato abitudini, vuoi perché oggi ci sono così tante varietà, il fatto è che la mitica rosetta ha perso il suo fascino nelle tavole dei romani.
Per chi non lo sapesse il nome della rosetta proviene dalla sua forma così particolare, in effetti si dice che quando viene infornata cresca con lo stesso effetto di una rosa che sboccia.
La rosetta è elegante, raffinata e usata da tutti come perfetta merenda. Il suo interno infatti è praticamente vuoto e ciò da’ la possibilità di farcirla con qualsiasi ingrediente.
La mia farcitura preferita è ovviamente la mortadella, ma questo è un altro discorso.
Questo tradizionale pane di Roma, in realtà si pensa provenga da Milano. Nel 1700 durante l’occupazione austriaca nel nord Italia, questi producevano un pane soffiato chiamato kaisersemmel. I milanesi storpiarono il nome con Micca che divenne Micchetta (che in Milanese significa anche briciola). Questo diverso tipo di pane si diffuse in più parti di Italia con nomi differenti ma con lo stesso impasto. Fu solo dopo la seconda Guerra mondiale che gli americani iniziarono ad importare farine raffinate che la rosetta cambiò sapore, diventando un pane simbolo di sofisticatezza da consumare praticamente subito. Per i panettieri la rosetta non è proprio economicamente conveniente, per questo durante anni più recenti la rosetta si è vista spesso sostituita da panini all’olio o al latte. Ahimè la sua forma così particolare e la sua leggerezza non sono più sufficienti per convincere i romani a non sostituirla.
La rosetta, ancora presente in tanti panifici romani, sta scomparendo ma per me rimane sempre l’unico pane da poter farcire per ottenere un buon panino.
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