In questi giorni così strani ci vengono date informazioni bizzarre sulle abitudini delle persone. Recentemente ho sentito che in Italia è tornata di moda la macchinetta per il caffè, quella che noi chiamiamo semplicemente moka.
La moka era stata messa da parte nell’ultimo decennio per le stratosferiche macchinette elettriche che con la promessa di sostituirsi ai caffè del bar hanno adulato tante persone.
Quella del caffè è sicuramente un’abitudine sacra agli italiani e i numeri dei recenti acquisti del ritorno alla macchinetta la dice lunga. La storia del caffè è antica millenni anche se la macchinetta per rendere possibile la scura bevanda nelle case di tutti in Italia risale solo al 1800.
Accadde a Napoli dove da un’invenzione del francese Morize venne creato il prototipo della Caffettiera Napoletana, anche conosciuta in dialetto come Cuccumella. Il vero cambiamento avvenne nel 1933 quando l’imprenditore di alluminio Alfonso Bialetti, ispirato dalle lavandaie, inventò la caffettiera moka conosciuta anche come Bialetti in suo onore. Bialetti però chiamò la sua creazione moka per onorare la famosa città di Mokha, in Yemen, da dove proveniva la deliziosa miscela di caffè.
Si dice infatti che il 90% del caffè nel mondo abbia origine dallo Yemen. Mokha fu per 150 anni l’unica città al mondo per per la produzione e diffusione di queste preziosissime bacche in Europa e in Asia.
A distanza di un tempo che sembra non avere tempo, oggi il caffè e la caffetteria moka sono ancora molto diffuse. Ripetere gli stessi semplici gesti lunghi anni sembrano un prezioso dono da conservare e continuare a tramandare.
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