Recentemente mentre facevo una bellissima passeggiata lungo mare sono incappata in una bussola raffigurata per terra, molto spesso nelle zone di mare. Questo grafico ha scaturito la mia curiosità sull’invenzione e il suo significato portando ad una scoperta ancora più affascinante che ha a che fare ovviamente con il genio italiano.
La bussola è un cerchio con tanti punti referenziali che indicano il nord, al centro vi si trova un ago magnetico che direziona verso il polo magnetico.
Ma chi furono i primi a scoprire il magnetismo? Come molte invenzioni del passato è difficile definirlo con certezza, diciamo che il popolo cinese ultimamente l’ha reclamato e messo tra le invenzioni da loro create. La loro scoperta del magnetismo fu del tutto casuale e la scoperta non venne usata per ottenere direzioni. Sicuramente con il grande commercio dell’epoca attraverso la via della seta questa invenzione arrivò nel Medio Oriente e in Europa ed è qui che assunse un ruolo fondamentale.
Ma procediamo per ordine e iniziamo dalla Rosa dei venti, che cos’è?
È un diagramma inventato dagli antichi greci per meglio stabilire da dove venissero i venti. I punti cardinali indicati in questo magnifico grafico vanno ad indicare il nord, il sud, l’est e l’ovest. La Repubblica Marinara di Amalfi ne migliorò l’aspetto aggiungendo altre quattro punte e la Repubblica Marinara di Venezia contribuì al suo divulgamento. La Rosa dei venti è un’invenzione che ha permesso di determinare analisi importanti sulla direzione, soprattutto fondamentale per la meteorologia e ha permesso la progettazione di costruzioni di aeroporti. La connessione tra la bussola e la Rosa dei venti è più che altro una vera fusione. Infatti quando il pezzo di legno galleggiante sull’acqua che orientava a nord, arrivò sulla costiera Amalfitana si pensa che il navigatore Flavio Gioia, abbia rivoluzionato il funzionamento applicandolo alla Rosa dei venti. La base era detta compasso da qui il nome inglese per la bussola è compass. Un altro fondamentale cambiamento fu porre l’ago galleggiante su un perno. Questo era racchiuso in un contenitore detto “bossolo”, da qui si crede provenga il nome bussola. Non esistono documenti che parlano di Flavio Gioia quindi è molto difficile affidargli l’invenzione, ma di certo sappiamo che la bussola e l’uso come ci e’ noto a noi oggi apparve nella Repubblica marinara di Amalfi, questo è anche il motivo per cui il simbolo della città di Amalfi è proprio una bussola.
La Bussola

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