La storia di questi famosi pantaloni ha un’origine e un’anima tutta italiana.
Infatti, questo tessuto così particolare e facilmente distinguibile si chiama jeans proprio perché veniva prodotto a Genova.
Ricorreva il XVI secolo, e alcuni imprenditori francesi di Nimes, Francia, intrecciarono il lino e il cotone in una legatura diagonale. Questo nuovo intreccio di tessuto venne chiamato denim, che stava ad indicare la provenienza ‘de-Nimes’ (da Nimes appunto). Anche a Genova circolava un tessuto di cotone e canapa dura (sacco resistente) intrecciata molto simile al denim, e fu proprio da questa città che cominciò il commercio di questi tessuti dalle trame innovative. Genova era un porto da sempre fiorente quindi questa novità ebbe grande fortuna con richieste di commercio da parte dell’Inghilterra, Asia ed eventualmente America. Per via del trasporto anche il denim cambiò nome e diventò jeans perché sopra i carichi contenenti questi tessuti veniva scritto il nome di Jeane (Genova) ossia la città di provenienza. Questo tessuto di rozza tela e cotone arrivò eventualmente in America, dove nel 1853 Levi Strauss aprì a San Francisco un negozio di oggetti utili per i cercatori d’oro e usò il tessuto denim di colore blu per creare dei grembiuli resistenti.
Nel 1873 Strauss e un suo cliente, sennonché abile sarto, Jacob Davis che aggiunse i rivetti in rame e le tasche rendendo il pantalone ancora più pratico, crearono e brevettarono i primi pantaloni blue-jeans.
Nel nostro bel Paese i “blu di Genova” diventarono popolari durante l’Unità di Italia, nel 1860 quando il generale Giuseppe Garibaldi attraversò la Penisola per la sua spedizione. I jeans di Garibaldi sono ancora visibili perché sono conservati nel Museo centrale del Risorgimento a Roma.
E voi come li chiamate jeans o denim?
La Macchia Mediterranea: un ecosistema in perfetto equilibrio. Presente in alcune parti d'Italia, questo speciale bilancio ecologico si trova anche in Marocco, Spagna, e sorprendente anche in California, Sudafrica, Cile e Australia ma con nomi diversi.
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Il Giglio!
Non solo un fiore ma un simbolo dal passato millenario. Dagli Assiri ai giorni di oggi, questo simbolo è sempre stato presente nella nostra vita.
Simboleggia purezza, innocenza, ma anche sovranità dato il suo busto così eretto.
Raffigura la città di Firenze, perché quando la città fu fondata sembrerebbe che questo fiore era molto presente nei campi intorno.
Usato ancora oggi come segno di regalità ed eccellenza.
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Vi siete mai fermati a riflettere sulla sedia, cioè avete mai pensato come questo mobile fosse stato nel passato?
Ho voluto dedicare una rubrica a questo importante accessorio, perché un artista me lo ha fatto vedere con occhi diversi.
Spero che troviate la storia della sedia interessante, così come l'ho trovata io!
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E per rimanere in tema di cibo, quasi sinonimo di festività natalizie, vi presento un breve racconto su uno dei dolci più famoso al mondo: il Tiramisù.
Tante, tantissime varietà di questa prelibatezza.
Ma a voi quale piace?
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