Gli Obelischi

Roma, Piazza Minerva

Gli Obelischi di Roma

Il mio più grande desiderio è sempre stato quello di visitare l’Egitto perché sono sempre interessata alla loro misteriosa storia. Ho avuto la fortuna di visitare questo enigmatico Paese molti anni fa e le aspettative sono state decisamente inferiori alla sua vera bellezza.

Non mi stupisco quindi dal fatto che anche gli antichi romani rimasero ammaliati da tutta quella grandiosità. A Roma c’è molto dell’Egitto, molto più di quello che i romani di oggi sanno. L’incredibile piramide Cestia mostra come l’Egitto una volta incorporato nell’impero ebbe un forte impatto sui cittadini di Roma. La stessa testimonianza ce la danno anche gli Obelischi.

Roma è infatti la città al mondo con più Obelischi egiziani al mondo, superando ad oggi addirittura l’Egitto! Tra la città spiccano ben 13 obelischi importati dall’Egitto in diversi periodi.

Questi particolari monumenti dalla forma molto unica rappresentavano il raggio del sole, dio Ra, molto venerato dagli egizi. Il nome Obelisco proviene dal greco e dalla sua forma lunga e appuntita come uno spiedo, appunto OBELISCO.
La maggior parte di questi monoliti provenivano dalla capitale religiosa Eliopoli, città del sole in greco.

Il più antico che risale al 1503 avanti Cristo, si trova oggi a San Giovanni Laterano e fu messo in questa locazione nel 1588 dopo Cristo da papa Sisto V che per renderlo meno pagano aggiunse la croce in cima e una fontana alla base. Originariamente questo obelisco si trovava al Circo Massimo.
Tutti gli Obelischi vennero adornati di croci sulla punta per poter divenire accettati dal cattolicesimo.

L’Obelisco dal significato più importante è sicuramente quello che si trova a Piazza del Popolo. Alto 23 metri circa, fu voluto portare a Roma da Augusto come un trofeo dopo la vittoria contro Cleopatra e Marco Antonio.

Molto fotografato anche l’Obelisco a Piazza Navona. Questo monumento fu portato a Roma da Domiziano per adornare la sua villa ad Albano. Per volontà del Papa Innocenzo X nel 1651 fu restaurato e montato sulla famosa fontana dei quattro fiumi del Bernini.

Tutto il mondo conosce l’Obelisco che si trova a Piazza San Pietro, ben pochi sanno che il monumento alto 25 metri, circa, fu voluto portare a Roma da Caligola. La posizione originaria non era troppo distante da dove si trova oggi.
Ma abbiamo imparato che nel rinascimento i papi hanno abbellito molto Roma decidendo di spostare anche monumenti a loro piacere. Papa Sisto V fece abbattere addirittura case intorno a San Pietro per spostare questo Obelisco alla sua posizione odierna. L’Obelisco al Vaticano a differenza degli altri (ad eccezione di uno) non ha nessun’iscrizione. È un monolite liscio.

Anche se potrei continuare a parlare anche degli altri incredibili raggi a punta, vorrei soffermarmi a parlare per ultimo dell’Obelisco che io personalmente più preferisco: L’Obelisco della Minerva.

Questo mi è particolarmente simpatico perché a differenza degli altri non è molto alto, appena 5 metri e cinquanta, ed è volutamente posizionato su un elefante.

A me l’elefante (che viene chiamato popolarmente Pulcin-dialetto- della Minerva perché più simile ad un maialino) piace molto proprio perché un animale lontano dalle nostre terre e dà spazio all’immaginazione di luoghi lontani.
Da bambina quando passavo da quelle parti mi piaceva guardarlo.

L’ Obelisco è risalente al quarto secolo avanti Cristo, Domiziano lo volle mettere affianco al Tempio di Iside a Campo Marzio, ma più tardi Papa Alessandro VII lo fece spostare in piazza della Minerva e commissionò l’opera di ristallo al Bernini. Il famoso scultore e architetto realizzò questo elefante per rappresentare la “Sapienza d’Egitto” e sopra collocò l’ Obelisco come illuminazione divina. Sul basamento di questa simpatica opera c’è scritto: «Chiunque qui vede i segni della Sapienza d’ Egitto scolpiti sull’obelisco, sorretto dall’elefante, la più forte delle bestie, intenda questo come prova che è necessaria una mente robusta per sostenere una solida sapienza».

Dopo più di duemila anni questi monumenti una volta stranieri, che oggi ancora adornano Roma rappresentandone il suo antico trionfo, sono ormai divenuti dei veri e propri paladini romani.

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